Anelli Vitali, alla Madre. Giovanni Oberti a Riss(e), Varese • Lucina Spirito

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Sono stata a vedere la mostra di Giovanni Oberti da Riss(e), invitata a farlo da un amico.
Riss(e) è situato in una ex struttura industriale a poca distanza dalla stazione ferroviaria di Varese e, come i multisala cinematografici, consta di tre spazi, tre stanze “uguali e distinte”.
A Giovanni Oberti deve essere toccata la seconda, quella del figlio, perché la mostra di Giovanni ruota attorno al tema della madre.
Della madre? Delle madri! Delle generazioni che si alternano in questo ruolo, e diventa, quindi, anche una riflessione sul tempo.
Tre sono le “stazioni” della mostra:


1° Stazione: le federe
Sulle “chiavi” che tengono legati i muri sotto la volta a botte della stanza, Giovanni appende una serie di federe di cuscino stese ad asciugare. Ancora bagnate, probabilmente lavate a mano, ancora sgocciolano. Sotto a ognuna di esse una piccola pozzanghera e tutto attorno un lieve odore di bucato, non un profumo, un lieve, pungente odore di sapone.
Non c’è candore, le federe sono livide, per lo più ancora ingiallite dal sudore delle teste che i molti lavaggi non hanno cancellato.
Sono tante, forse trenta, forse di più, non le ho contate.
Questa è la madre di Giovanni: intenta a un’occupazione ripetuta, dovuta, necessaria; umile, di pulizia, casalinga.
Non c’è enfasi, non c’è pathos, nessun sentimento, nemmeno la tenerezza, bensì un gesto discreto, un omaggio lontano da ogni facile emozione.


2° Stazione: il disegno
La madre di un pittore (Boccioni) è ritratta dal figlio in un disegno al tratto.
La madre di Giovanni, da ragazza, sotto gli occhi di sua madre (la nonna di Giovanni) ne fa una copia a matita.
Giovanni la fotocopia ingigantendola (come spesso capita alle cose dell’infanzia nel ricordo) e la espone a parete solo con due chiodi; come le federe appesa, ma asciutta.


3°Stazione: il limone
Due stecconi, di quelli usati per gli spiedini al forno, sono infilati nel muro a una spanna abbondante l’uno dall’atro.
Sulle punte sono conficcati due mezzi limoni di quelli dimenticati in frigo da mesi, ormai avvizziti, nemmeno più gialli, verdognoli, rimpiccioliti, duri, durissimi di pelle che quasi neanche il seghetto del coltello riesce a tagliarli.
Così appesi a un’altezza leggermente inferiore agli occhi di un osservatore medio stanno come due capezzoli avvizziti di un seno e di un corpo che non c’è più.
Ah… dimenticavo, le federe sono tutte bianche tranne una che è gialla, di un giallo aspro, un giallo limone.


Appendice: il foglio
C’è un foglio che accompagna la mostra, un’appendice?
Un A3, con tre contributi.
Sul “recto” una foto in B/N di un roseto: La foto della nonna di Giovanni e nel “verso” due scritti, uno di Federica Mutti e l’altro di Luciano Passoni.
Tutta la tenerezza e il pathos della mostra sono concentrati in questo roseto, nella sua naturale e disadorna bellezza di una fioritura spontanea, fissata in uno scatto di decine e decine di anni fa dalla nonna di Giovanni.
Un po’ di questa nostalgia e di pathos c’è anche nello scritto di Luciano Passoni in cui la propria madre è evocata dalle parole che, in un vocabolario idealizzato, contengono la radice della parola “madre”. Mentre un verso di Rilke: “Ma tu, tu sei la pianta” si ripete di tanto in tanto a ricordare la grandezza e il dolore di una madre perduta.
Anche per Federica Mutti la madre ha a che fare con la parola. Per Federica la madre è la madre che insegna la lingua, “la lingua madre”. È colei che ci addita e nomina le cose e che ce le consegna. È la madre che ci spiega e introduce al mondo, non solo negli aspetti fisici e corporali. È suo il primo insegnamento, quello che ci strutturerà. Sue sono le cose e i gesti che saranno l’alfabeto del nostro sentire, che diventeranno suoni e parole, modelli e forme del comunicare.
Insegnamenti che andranno oltre a quello della verbalizzazione e che ci insegneranno anche ad arrossire, a nostra volta, quando sarà il caso.

L.S.

Giovanni Oberti
Anelli Vitali, alla Madre
Riss(e), Varese
3 dicembre – 3 febbraio 2018

Nell’immagine:
Giovanni Oberti, Anelli Vitali, alla Madre (Roseto), 2017
Fotografia in bianco e nero trovata. Dimensioni variabili.
Courtesy Giovanni Oberti

 

Lucina Spirito, 1966
Artista, fotografa, sommelier, insegnante e mamma.
Vive prevalentemente a Leon (Esp), a volte a Brescia, altre a Berlino.