Herman Melville – La veranda

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Tra il 1853 e il 1856 Herman Melville scrive i racconti Bartleby lo scrivano, Benito Cereno, L’uomo parafulmine, Le isole incantate e La torre campanaria, che nel 1856 vengono riuniti in una raccolta intitolata The Piazza Tales (Racconti della veranda). Nello stesso anno Melville compone La veranda (The Piazza), a cui affida il compito di fare da cornice e da legante per la raccolta.

Il racconto La veranda è in parte autobiografico, Melville nel 1850 si trasferisce con la famiglia in una fattoria nei pressi di Pittsfield, nel Massachusetts.
Melville e il protagonista del racconto, appena trasferitisi nella fattoria, progettano di costruire una veranda dove poter rimanere in contemplazione del paesaggio. Entrambi, dopo un’attenta valutazione della vista che su ogni lato della casa si offre loro, costruiscono una veranda rivolta a nord, scatenando l’ilarità e le critiche del vicinato.

Ne La veranda luogo_e legge una riflessione sul tema dello sguardo, sulla scelta di un punto di vista proprio, non conforme a quello dominante.
E proprio dalle suggestioni offerte dal racconto di Melville nasce La veranda e il periscopio, una mostra sulla visione e sulle vedute, sul guardare e sul guardato. Una mostra di paesaggi e paesaggisti, a modo suo, a modo nostro.

 

Nell’immagine:
Herman Melville, La veranda, Elliot, Lit Edizioni, 2016