Incurabile

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[5 aprile – 15 giugno 2024 * giovedì, venerdì, sabato 14 – 19]
Inaugurazione venerdì 5 aprile, dalle 14 alle 21

Thomas Bernhard, Vanni Cuoghi, Francesco De Bernardi,
Linda Fregni Nagler, 
Francisco Goya, Giuliano Guatta, Thomas Mann,
Francesco Parimbelli, Francesca Pasinetti, Simon Pellegrini, PetriPaselli,
Giuliana Rosso, Vitalij Strigunkov e Autore Anonimo

 

La scena che ci si apre davanti preoccupa.
C’è chi dorme – qualcuno direbbe beato, altri ribatterebbero anestetizzato. Si tenta ancora il riposo come terapia d’urto per la stanchezza, ci si ostina a combatterla nella sua sola forma più letterale.
C’è chi si sforza di assorbire le proprietà della luce, dell’acqua, della Terra tutta. Ci si rimpinza, si ha fame di energie. Sembrano scarseggiare le più umane risorse rinnovabili: sempre più fossili e fossilizzati, siamo inquinati dentro, inquinanti di fuori.
C’è chi prova a curare per sentirsi curato. Si cura l’animale, il vegetale, il culturale. Qualsiasi creatura si presta allo scopo, purché la sua provata fragilità ci restituisca la nostra pretesa utilità. Funzionerà? Talvolta davanti allo specchio della fragilità che non ci appartiene si è più indulgenti verso quella che ci è toccata in sorte. Basterà?
C’è chi cura il ricordo. Lo si rispolvera senza mai spazzarlo via, ci s’illude che sia uno spazio ancora abitabile. Anche al sole delle estati più calde ci si ostina, non si lasciano scongelare certi pensieri invernali. Negli autunni grigi si rimpiangono poi le primavere andate. Dopotutto, chi certifica che siano migliori le emozioni di stagione? Nel consumismo dei sentimenti si reclama il sentire in abbondanza, con un cuore ugualmente tenero e maturo, dolce e succoso tutto l’anno.
C’è chi prova a curarsi con l’unica medicina che conosce. È di solito chi crede d’essere solo corpo, fino nel profondo. A ogni tentativo di smentita ribatterà con l’impossibilità di iniettarsi dello spirito, di deglutire la memoria. Nella città del medicale che costoro abitano, i bugiardi smentiscono i bugiardini.
Le caramelle sono ben accette, leniscono il mal di gola, aiutano a schiarire la voce per gridare più forte: il corpo funziona, deve funzionare!
C’è infine chi è costretto a inghiottire la pillola, chi è intossicato dal veleno che s’era presentato come cura salvifica, sotto mentite spoglie. Invano e troppo tardi viene di solito santificato chi c’è cascato, lo si dichiara poverino, perché gli si era indorata la pillola dell’illusione.
Il sipario di luogo_e si apre sull’oggi, e Oggi è ammalato. A fare da scenografia, sullo sfondo c’è Ieri, che purtroppo era già acciaccato. Allo spettatore si chiede di portare Domani, sperando che verrà curato.
Cattive notizie, si scusano i curatori. La mostra, stavolta, sembra incurabile.