Le nuove pale d’altare • Luciano Passoni

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Venerdì 8 settembre scorso in coda al Giornale Radio delle 8.45 su Radio3 c’è stata la presentazione di una mostra alla Fondazione Magnani Rocca, una mostra sulla pubblicità (La nascita della comunicazione moderna 1890-1957 – La storia della Pubblicità in Italia. 200 opere nella Villa dei Capolavori).
La giornalista ha intervistato il curatore (di cui non ricordo il nome), il quale ha magnificato la qualità artistica e di comunicazione dei manifesti pubblicitari, adducendo che molti di loro furono lavori di artisti di un certo livello. Finendo affermando che i manifesti, per la capacità di attrazione e di convincimento, sono le “nuove pale d’altare”.
Ho capito bene?
Ha detto pale d’altare!
(…)
No, non ci credo!
(…)
Ho sempre pensato che l’affermazione “diodenaro” fosse una boutade di tipo ironico-critica. Forse qualcuno invece ci crede! E ne ha fatta una vera e propria religione. Magari con una sua trinità: denaro, merce e consumo; con i suoi templi: i supermercati e le sue basiliche: gli ipermercati.
Non so chi sia il curatore e non voglio fare nessuno sforzo per saperlo, ma sei io fossi una Pala d’altare lo querelerei!
E se un giorno trovassi in una mostra accostati L’uomo in ammollo, di un noto detersivo e, che ne so, Mosè salvato dalle acque di Veronese del Prado, giuro, mollo tutto, sposo una ricca ereditiera e mi metto a giocare a scacchi!
Oltre che essere un pessimo giocatore di scacchi, sono anche un cattivo noncredente, ma in certe situazioni spero tanto che un Dio esista e che…

+l.

Luciano Passoni
Di formazione artistica, ex insegnante, ex libraio.