Gustave Flaubert – Bouvard e Pécuchet

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È il momento di una coppia di forze è la mostra collettiva presentata da luogo_e in occasione della IX Edizione di ArtDate – Festival di Arte Contemporanea, organizzato da The Blank e avente per titolo Essere Parte / Being Part Of. Luogo_e sceglie di riflettere sul tema della coppia in arte, così in mostra si trovano opere realizzate da otto coppie di artisti: Albrecht Dürer e Hans Springinklee, Calori & Maillard, Carla Lonzi e Pietro Consagra, Fischli e Weiss, Larsen Albedo, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, PetriPaselli, Ravani and Urrazza. Sono opere che mettono in campo riflessioni sul fare arte a quattro mani, sulle peculiarità di una relazione finalizzata alla produzione artistica.
Come per ogni mostra, luogo_e propone allo spettatore una lettura. Un interessante esempio di coppia di forze è quello raccontato da Gustave Flaubert (1821-1880) nel romanzo Bouvard e Pécuchet (1881), in cui due copisti si incontrano per caso. Il loro conoscersi è un riconoscersi, e da quella congiunzione scaturisce tutta la materia necessaria per costruire una solida coppia di forze: il niente che è fame di tutto, la spinta alla conoscenza. L’avvicinamento di Bouvard e Pécuchet cancella la loro stasi di singoli, innesca una rotazione, una ricerca circolare che da una disciplina sfocia nell’altra, e che travasa ogni sapere acquisito in un dubbio, ogni tentennamento in una curiosità proficua. Bouvard e Pécuchet si trasformano: ora sono una coppia di agricoltori, ora una coppia di chimici, poi una coppia di anatomisti, di fisiologi, di medici, di astronomi, di geologi, di archeologi, collezionisti, conservatori museali, storici, letterati, teatranti, artisti, politici, ginnasti, ipnotizzatori, filosofi, teologi e maghi. “Sul fondo di un orizzonte, ogni giorno più remoto, percepivano delle cose confuse ma al contempo meravigliose”, scrive Flaubert. E, di volta in volta, un simile spirito di prefigurazione incoraggia e scoraggia, specializza e poi rifugge ogni specificità univoca, universale.
Gustave Flaubert scrive il romanzo negli ultimi cinque anni di vita. Quando lo scrittore muore, dopo tante peripezie narrative Bouvard e Pécuchet sono tornati alla loro originaria professione di copisti. Eppure il racconto non è concluso. Flaubert lascia un magma di carteggi relativi al progetto dai quali si può intuire che, se ce ne fosse stato il tempo, l’opera avrebbe compreso un secondo volume, costituito da tutti i materiali che i due protagonisti avrebbero selezionato, raccolto e copiato insieme nel proseguire delle vicende.
Esistono nel panorama letterario italiano diverse edizioni dell’opera. Luogo_e seleziona e propone quella curata da Franco Rella nel 2018 per Feltrinelli, edizione in cui il capitolo X, l’ultimo completato dall’autore, è seguito da un’ipotesi di continuazione del romanzo desunta con l’aiuto della nipote Carolina dal piano di lavoro di Flaubert, oltre che da una selezione dei frammenti inclusi dallo scrittore nel Dizionario dei luoghi comuni, nel Catalogo delle idee chic e nello Sciocchezzaio.
Sono questi apparati affatto secondari al romanzo, il quale anzi, ci rivela una lettera dello scrittore, pare essere nato in origine come prefazione in forma narrativa allo stesso Dizionario, pensato invece come opera autonoma.

 

Nell’immagine:
Gustave Flaubert, Bouvard e Pécuchet, Milano, Feltrinelli, 2018