Simon Pellegrini
Mal di mia (Sickness of Mine) [2022]
Poliuretano, luce, 46 x 18 x 6 cm ca.
Courtesy l’artista
Deep down deep down deep down
More more more
I don’t hear you go away
I try again but nothing works
I’ll try again until my throat explodes
Pensando a medicine omeopatiche
e a rimedi socialmente approvati
per alleviare il dolore questo bambino diventa il
testimone di una scelta sbagliata.
Prendere troppe caramelle per il mal di gola
non sarà una buon idea.
Forse voleva solo cantare più forte.
Forse non canterà più.
Simon Pellegrini
Chi si approccia per la prima volta a quest’opera di Simon Pellegrini può pensar subito, come ho fatto io, alla Golia, la nota caramella liquirosa dal gusto dolce-amaro che ha sull’incarto la tipica forma a stella. In Mal di mia, così come più sapori, anche più stati d’animo coesistono (o si danno il cambio). Dall’unione di due o più sapori/stati d’animo si fa spazio un sentimento nuovo, quasi fosse un rallentamento o un ampliamento, caratterizzato dal suo voler restar vago.
Il volto raffigurato al centro di questa maxi Golia luminosa si copre la bocca. Questo gesto molto semplice e che tutti noi facciamo in maniera ricorrente e talvolta automatica, può essere inteso in più modi. Il bambino, raffigurato come un’icona, più che intento ad assaporare la sua caramella (forse), sembra infastidito e affaticato da qualcosa.
Forse, ne ha assunte troppe. Forse quel qualcosa, nel tentativo di addolcire, è andato storto – la scelta sbagliata di cui parla Simon nel testo di accompagnamento dell’opera, e anche in senso letterale. Questo slittamento da una situazione piacevole a una di pericolo (di indigestione, ma anche di avvelenamento, di soffocamento…) e viceversa equivale allo stroncarsi e ristabilirsi di una spensieratezza, resa appunto alternatamente dolce-amara.
Mantenimento o scioglimento della caramella?
O sembra più volerla ingoiare, o sputare? Forse tossisce, o è preoccupato, o prova imbarazzo di fronte a qualcosa. Oppure si sta solo schiarendo la voce.
Tenendo in bocca una caramella, o ancor meglio un cioccolatino, da riuscire ad addentare e spezzettare, si può sperimentare la voce e il canto, usando il proprio corpo come cassa di risonanza, per cui il suono non viene buttato fuori ma rimane in bocca, viene quasi masticato. Il suono così rimescolato è come se si addensasse, risuonando nella testa e nel corpo. Bisognerebbe riuscire a passarlo in tutte le zone della bocca, toccando tutti i denti e intonando un bel Mmmm (buono).
Ma quella sensazione di benessere e di godimento può ben presto tramutarsi in urgenza di vomitare.
L’opera di Simon parla di un piccolo avvenimento, un piccolo piacere concesso e negato al tempo stesso e forse di una debolezza, ma che ha in sé un’infinita dolcezza – da intendersi come cura.
La caramella, posta a parete, emette una flebile luce simile a quella dell’alba che ricrea un clima rilassato e distensivo – ma che non lo sarà mai del tutto – per chi la osserva.
Simon Pellegrini
Artista visuale. Ha frequentato il Master in Fine Arts presso Ecal, Lausanne (CH), dopo essersi laureato in Pittura presso Accademia di belle arti G. Carrara, Bergamo.
Tra le sue mostre si ricordano Moisturized guys love savage sunrises, GiacomQ, Bergamo 2022; Intemporale, Prometeo Gallery, Milano 2022; Attention now, Istituto S. Eugenio, Locarno (CH) 2022; Biennale Giovani Monza, Monza 2021; Palazzo Monti Degree Show, Palazzo Monti, Brescia 2020; La Fiaba dell’Ego, Filandone, Martinengo 2019.
Testo di:
Laura Baffi
Diplomata all’Accademia di belle arti G. Carrara di Bergamo, attualmente studia Culture Moderne Comparate all’Università degli Studi di Bergamo. Ha svolto periodi di studio all’estero, in Inghilterra e Germania. Si interessa di arte, cinema, letteratura, lingue e culture straniere. Fa parte dello staff di The Blank Contemporary Art come project manager di LISten Project e del team di luogo_e per cui svolge le attività di affiancamento e supporto.